Il grande tetto del Covolon
di Michele Scuccimarra
Nell’immaginario collettivo quando si pensa al progredire di un
alpinista si pensa che l’elemento di difficoltà sia rappresentato dalla
"verticale", invece, nella gran parte dei casi, l’elemento di
maggiore difficoltà è rappresentato "dall’orizzontale".
Così è sicuramente per le "traversate", come per i tetti.
Un tetto o "soffitto" per quanto piccolo è sempre percepito
come un elemento di difficoltà.
Se poi il tetto è di dimensione ragguardevole (cinque/dieci metri),
diviene un vero e proprio ostacolo che sbarra la strada e non sarà
difficile trovarsi ad arrampicare, magari per centinaia di metri, incapaci
di togliersi dalla testa la preoccupazione circa quei cinque/dieci metri
fatidici di "orizzontale".
E se il tetto è ancora più sporgente diventa allora un "grande
elemento di difficoltà" da risolvere. Ma esiste allora un tetto così
grande che possa diventare "da solo" l’obiettivo stesso di un
alpinista? La risposta è sì!
E se il tetto che abbiamo pensato di affrontare fosse il più grande di
tutti?
Quale tipo di impegno psicofisico ci dovremo aspettare?
Con i suoi 49 metri dalla radice all’orlo esterno e con uno sviluppo di
poco meno di 60 il tetto del Covolon è appunto, in assoluto, il più
grande soffitto dell’intera area "alpina e prealpina".
E’ normale che un gigante del genere scateni dei dubbi e delle
perplessità, ma si sa che gli alpinisti sono per loro stessa natura degli
esseri curiosi e quale migliore risposta a tutte le domande se non quella
di decidere di affrontare un "grande viaggio" come questo?
Quattro ore nelle quali abbiamo provato grande entusiasmo ma senza farci
illusioni, la giusta determinazione ma con la dovuta prudenza, la serietà
necessaria ma anche l’immancabile ilarità, sicuri del bagaglio tecnico
ma pronti anche all’improvvisazione.
Tra valutazioni di vario tipo ci siamo trovati spesso a traguardare la
fine del soffitto, sperando di raggiungerla prima di avere finito le
energie, per poi ritrovarci al tempo stesso, agli ultimi metri, a temere
che però, per quanto indelebile, tutto sarebbe presto diventato solo un
ricordo.
Infine una calata dall’orlo terminale per poterlo ammirare in tutta la
sua ciclopica grandezza e ripercorrere quell’interminabile fila di
chiodi a pressione che ci ha permesso di "vivere" e
"condividere" fino in fondo ogni istante di una grande avventura
come questa.
Michele Scuccimarra
Ferrara, 25 novembre 2002
Val Gadena (Val Sugana) - Gran Tetto
del Covolon
Lunghezza: 49 metri lineari (circa 60 di sviluppo) Difficoltà: A3
continuo
Cordata: Michele Scuccimarra – Gabriele Villa
Racconto collegato:
"Il tetto di Gabriele"
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